Esso è formato da quattro diversi mezzi fogli divisi in otto facciate, dove sono elencati numerosi autori antichi. Il manoscritto autografo è stato rinvenuto dagli studiosi Marcello Andria e Paola Zito che lo hanno pubblicano nel volume dal titolo: “Leopardi e Giuliano imperatore. Un appunto inedito dalle carte napoletane”.
Giacomo Leopardi, infatti, nello stesso periodo, approfondì, tramite la lettura dell’“Opera Omnia” di Giuliano l’Apostata, presente nella biblioteca del padre, la figura dell’imperatore romano in carica dal 360 al 363 ed ultimo esponente del paganesimo classico, legato indissolubilmente alla filosofia neoplatonica tardoantica. L’opera si ripromette, non solo di comprendere , ma anche approfondire il rapporto tra il pensiero filosofico di Giuliano e quello di Leopardi.
Francesco Sauta, 5' A
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